lunedì 11 febbraio 2013

Grotesque


Spesso accade che le mie “emergenze” combacino con colossali bevute, il risultato sono dei comportamenti di cui mi vergogno assai, paurosi cocktail di molestia e scarsità d'igene provocano situazione di un certo calibro. A titolo esemplificativo, esporrò qui uno degli episodi che ben danno idea della zozzeria che si può raggiungere.
Qualche Ferragosto fa, io e un amico che in molestia non è secondo a nessuno (per consuetudine verrà chiamato Ghisa), veniamo invitati a passare due giorni in tenda tra le montagne bergamasche. Noi si accetta molto volentieri e raggiungiamo il pratone in cui sono state piazzate tende e bivacco. Per dovere di cronaca è utile ricordare che io e Ghisa non conosciamo la maggior parte dei presenti, ma subito si fa amicizia e l'inevitabile goliardia prende il sopravvento su tutto. Durante la giornata noto un particolare(in fondo alla storia tornerà utile): uno dei cuochi, che chiamerò il Sergente, mentre cucina se la prende con un suo amico perchè sta facendo pipì nel ruscello e lui sta facendo da mangiare. Rabbioso.
Arriva la serata e il livello di alcool che è nel corpo mio e in quello di Ghisa è a dir poco stratosferico, dopo aver fatto cose da veri luminari, tipo la gara di lancio delle lumache, arriviamo al nostro campo. Alcuni entrano nelle tende per dormire, altri rimangono in piedi a continuare la serata ma alla fine gli unici due superstiti siamo inevitabilmente noi due. Io, inutile dirlo, sento che devo evacuare già da molto tempo ma un po' per l'allegria, un po' per la totale assenza di qualsiasi forma di bagno nel giro di chilometri riesco a trattenere. Da questo momento inizia la parte splatter/grottesca: l'ora X è arrivata e il mio cervello offuscato non riesce a trovare soluzione migliore che quella di farla li dove sono: detto, fatto. Ghisa naturalmente mi prende in giro ma l'idea geniale arriva ora: “Ma tu hai mai visto bruciare la merda?” “Io no!”.........”BUTTIAMOLA NEL FUOCO!!”. Ora, la scena che io ricordo è più o meno questa: due residui umani con in mano i cellulari per fare luce nel buio più totale di un bosco, uno con in mano un fazzoletto per raccogliere l'esperimento e frasi biascicate tipo “Sono sicuro che fosse qui!” “Andiamo più avanti!” “Siamo nel ruscello” e altre perle.
Per grazia divina l'ebrezza non ci ha permesso di trovare l'esperimento, ma al risveglio la mattina dopo (sveglia data da me con un temibile prodotto gassoso) il fetido prodotto era proprio li, sotto gli occhi tutti giusto a 3 metri dalla zona dove il Sergente cucinava, visibilmente alterato non disse nulla ma con un biglietto da visita cosi dirompente, non potei che farmelo amico.

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